Libri: Scythe, Falce

Tra le tante capacità umane, la consapevolezza è la migliore: niente è più soddisfacente della piena coscienza.
A volte, però, questa si fa inspiegabile e allora sentiamo il bisogno di tirare in ballo qualsiasi elemento capace di spiegare il risultato della somma tra consapevolezza e casualità. Destino, karma, divinità, credenze varie o un sesto senso particolarmente sviluppato.
Capita di rado, ma capita, di percepire l’importanza di un incontro, di una rottura o di un evento capace di rappresentare un punto di svolta nella nostra vita, ancor prima che questo si manifesti in tutta la sua importanza. A pelle, percepiamo la solennità della situazione e diventiamo consapevoli di stare vivendo un momento importante, per un motivo non del tutto precisato. O almeno, non ancora.
I déjà-vu sono belli, soprattutto se riportano alla mente emozioni piacevoli o, come in questo caso, ti permettono di tornare a casa.

Nota a margine. Ricordiamoci che la recensione è uno strumento importante, perché aiuta il possibile acquirente a farsi un’idea riguardante il prodotto: infatti, una buona recensione può dissuadere o invogliare all’acquisto.
Il destinatario principale di qualsiasi recensione è colui che spende (soldi e/o tempo), ossia il lettore, lo spettatore o qualsiasi altro usi dei giudizi terzi per saperne di più.

AutoreNeal Shusterman
Titolo: Falce
EditoreMondadori

Nel mese di giugno mi sono imbattuta in una nuova uscita che ha subito catturato la mia attenzione: Falce, edito da Mondadori e primo capitolo di una nuova trilogia fantasy distopica per ragazzi che ha per autore lo scrittore e sceneggiatore Neal Shusterman. Inutile dire che me ne sono innamorata all’istante e il motivo, che a molti sembrerà brutto sporco e cattivo, è stata la straordinaria cover di Chloë Foglia: parliamo di un’immagine con bordi netti, tonalità decise e rappresentante una figura austera che stringe saldamente una falce. Non si giudica un libro dalla copertina, mai affermazione fu più sbagliata: dietro le cover vi sono ore e ore di lavoro di professionisti grafici e illustratori e sminuire le loro opere, pensando di dare maggiore peso al testo, è assai discutibile. La copertina di Falce contribuisce al suo successo, come fa ogni cover con il progetto editoriale che rappresenta.

Orwelliano a dir poco e se si guarda il genere, distopia per ragazzi, ma comunque distopia, è facile fissare 1984 come punto riferimento. In verità, il discorso è ben più complesso, perché Shusterman imbastisce una storia non propriamente distopica e che, strizzando l’occhio a più opere contemporaneamente, presenta varie sfaccettature: a volte, può ricordare il capolavoro di George Orwell, altre volte Hunger Games di Suzanne Collins e nella scelta/caratterizzazione dei personaggi, riporta alla mente l’immancabile Harry Potter della (sempre più controversa) J.K. Rowling.
Innanzitutto, è bene sottolineare che per quanto possa risultare semplice includere Falce nella lista dei racconti distopici, ciò è del tutto superficiale. L’autore narra di un futuro pacifico e funzionante, dove le debolezze umane sono state annientate in favore di una vita migliore: gli uomini possono ringiovanire, definirsi a loro piacimento e perseguire qualsiasi obiettivo, purché siano costanti nel loro impegno, affidabili e seri. Non ci sono governi, perché il controllo è in mano all’entità tecnologica chiamata Thunderhead, che da buon computer analizza e processa qualsiasi dato per trovare la soluzione più efficiente, efficace e soprattutto veloce. Come un gps che calcola la strada che conviene fare, Thunderhead mette il proprio lavoro a disposizione dell’umanità, senza sviluppare alcun tipo di coscienza. E’ per questa assoluta neutralità del cervellone centrale (che l’autore descrive troppo poco) che è bene parlare di “racconto utopico” e non di “racconto distopico”.
A riprova di ciò, c’è quello che si può definire “il guizzo vincente” di Neal Shusterman, ossia il fatto dal quale parte l’intera vicenda: nella realtà futura non vi è traccia di malattie, intralci vari e debolezze, ma soprattutto, la grande assente è la Morte. La tecnologia ha permesso un’evoluzione così imponente da cancellare la fine da qualsiasi inizio e visto il piccolissimo problema di sovraffollamento venuto a crearsi, nella nuova realtà è stata istituita un’associazione che permette di riequilibrare il numero degli abitanti della Terra: le Falci. In un primo momento, i soldati armati di falce passano per brutali assassini a sangue freddo, ma ciò che il lettore capisce fin da subito è che sostituirsi alla Signora Morte è necessario, impegnativo e assai difficile.

Img: Jemlin Creations

Malgrado uno stile spiccio, fluido e incentrato sulla sostanza, che non si perde in arzigogoli inutili, l’autore non riesce a dare corposità alla realtà che ha inventato. Non costruisce alcun ponte tra il presente del lettore e quello dei protagonisti e quindi, taglia di netto qualsiasi possibile infodump, che invece ha reso iconici i mondi di Rowling, Tolkien e Martin. Questa caratteristica, che da un lato può rappresentare un bene, perché permette la creazione e il mantenimento di un ritmo che definire ottimo è davvero riduttivo, dall’altro vanifica le buone intenzioni dell’autore e fa sì che la scenografia risulti troppo minimalista per fare il salto di qualità, che invece la trama meriterebbe.

Oltre che per la Trilogia della Falce (Scythe), Neal Shusterman è noto anche per essere un autore molto vicino ai ragazzi, che scrive di e per loro. Ovviamente, sorvoliamo sull’accezione negativa che di solito si dà al genere young adult, spesso accusato di essere frivolo, privo di spessore e figlio di una visione distorta degli adolescenti e del periodo dell’adolescenza. Falce non si discosta da ciò che l’autore è solito fare, ma mai come in questo caso, il genere primario del racconto è tutt’altro che romance: si tratta di un’avventura di fantascienza avente come sfondo la realtà utopica/distopica descritta sopra, vissuta da due protagonisti estremamente giovani. L’amore, o meglio la simpatia, è un blando contorno che Shusterman mostra solo in un paio di occasioni e quando lo fa, risulta impacciato, come se i sentimenti romantici non appartenessero a questo momento della saga.
Citra Terranova e Rowan Damisch sono i giovani apprendisti del Maestro Faraday, una delle Falci più onorevoli dell’associazione. Nessuno dei due ha intenzione di diventare una Falce e quindi, di dedicare la vita alla spigolatura (uccisione) di chi ha esaurito il proprio tempo sulla Terra, ma di fronte all’immunità offerta alle loro famiglie, i ragazzi non riescono a rinunciare. Nel momento in cui Faraday scompare, Citra e Rowan scoprono il vero valore delle Falci, ma anche frange estremiste, ricatti e piani subdoli per prendere il controllo.

Come già detto riguardo il worldbuilding, l’autore non riesce a compiere il salto di qualità che la trama chiede, anzi grida a gran voce: è così anche per la caratterizzazione dei personaggi.
Citra ricorda vagamente Hermione, ma non nella versione noiosa e pignola di inizio saga e neanche in quella determinata e matura di Harry Potter e i Doni della Morte: la protagonista di Falce è sveglia, coraggiosa e anche un tantino esuberante, ma la sua caratterizzazione non è così audace da descriverla come una vera ribelle. Probabilmente, c’era l’intenzione di seguire il trend del momento, dove i personaggi femminili si allontanano dalla figura di Biancaneve e si avvicinano a quella di Merida, ma la sfumatura romantica (e l’ingombrante figura di Rowan) danno l’impressione di aver impedito a Shusterman di andare fino in fondo. Infatti, il protagonista maschile di Falce è la vera rivelazione del libro: in una quotidianità fatta di Mary Sue eroine e femminismo OGM, che è ben diverso dalla battaglia per il raggiungimento dall’equità che tutti dovremmo sostenere, finalmente una storia che ha il coraggio di mettere in luce un personaggio di sesso maschile. Senza relegarlo al ruolo di accessorio di lusso, l’autore riesce nell’intento di dare sostanza ad almeno uno dei due protagonisti. Infatti, per tutta la durata del racconto, è proprio lui a tendere la mano al lettore, includendolo nei propri pensieri e sentimenti. Un Ronald Weasley non sfigato, un Harry Potter con più cuore, questo è Rowan Damisch, senza dubbio il personaggio più completo, profondo e ben caratterizzato dell’intero libro.

A margine, Falce ha altri meriti degni di nota. Oltre il già citato ritmo, che non rallenta mai e lascia il lettore sempre e perennemente affamato di informazioni e pagine, ci sono i continui ribaltamenti di trama. Tutto quello che l’autore racconta corrisponde alla verità, ma come per la vita, conoscere equivale a scoprire lati e sfaccettature che cambiano la realtà. E possono cambiarla più e più volte, in continuazione. I buoni sembrano cattivi, poi si rivelano delle vere carogne e alla fine tornano ancora buoni e così via, per tutta la durata dello scritto: questi ripetuti ribaltamenti lasciano il lettore spiazzato, ma in maniera piacevole, perché egli è consapevole di non essere stato ingannato, ma solo parzialmente informato.
La trama si sviluppa in modo inaspettato e imprevedibile, diventando di fatto il vero punto di forza del libro, che appare sempre più come una monoposto di Formula 1 guidata da un automobilista comune. Insomma, una buona scrittura che però non regge il confronto con una storia che invece è buonissima.

In conclusione, sorvolando sulla riflessione riguardo la Morte e la tecnologia (i due centri pulsanti del racconto), Falce è uno dei migliori libri in circolazione e di sicuro, uno dei migliori degli ultimi anni, se si tiene conto del genere e del target. Nonostante qualche leggerezza, lo scritto scivola fluido e interessante come pochi, appassiona e intrattiene in maniera piacevole e invia non pochi messaggi al pubblico più giovane. E anche a quello adulto, qualora decida di tornare finalmente a casa.

Sara C.

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