Libri: Draculea, ABEditore

Qualche anno fa, in occasione della finale di Champions League del 2019, Jürgen Klopp – allenatore del Liverpool- rispose in maniera insolita a una delle tante domande retoriche figlie del momento.
Mister, cosa ha imparato dalle finali perse in passato?“.
La risposta fu diversa da ciò che ci si aspettava: “abbiamo capito i nostri errori/abbiamo fatto un bagno d’umiltà/restiamo con i piedi per terra/scendiamo in campo con la consapevolezza che gli altri sono una macchina da guerra“. Al contrario, Klopp sorprese tutti, sostenendo in modo chiaro e diretto che dalle sconfitte non si impara a vincere, bensì si scopre il motivo per cui si perde. Con una risposta in apparenza boriosa, l’allenatore del Liverpool ha asfaltato il fastidioso politically correct calcistico e dato una spallata a quello quotidiano, che ormai fa parte delle nostre vite in modo viscerale (e pericoloso).
Ogni esperienza è unica e come tale va processata: i risultati che ne derivano sono dati da analizzare e nel caso della sconfitta, non basta ribaltare tutto per ottenere il risultato contrario. Non basta evitare di perdere per poter vincere. Bisogna vincere per davvero, trovando il modo di farlo in maniera pulita, netta e meritocratica… perché la non sconfitta non ha lo stesso sapore della vittoria.

Nota a margine. Ricordiamoci che la recensione è uno strumento importante, perché aiuta il possibile acquirente a farsi un’idea riguardante il prodotto: infatti, una buona recensione può dissuadere o invogliare all’acquisto.
Il destinatario prima di qualsiasi recensione è colui che spende (soldi e/o tempo), ossia il lettore, lo spettatore o chiunque altro si avvalga di giudizi terzi per saperne di più.

Autore: Lorenzo Incarbone (curatore)
Titolo: Draculea – Figli delle tenebre, Racconti e documenti di veri o presunti atti di vampirismo.
EditoreABEditore

Qualche mese fa mi sono imbattuta nel canale YouTube di Jack Saint James, perché ero alla ricerca di editori e libri diversi dal solito. Vengo da una realtà piuttosto chiusa, sempre uguale a se stessa, sia per quanto riguarda i grandi editori che per quelli piccoli: i prodotti si somigliano tutti, specialmente nella piccola/media editoria, e non v’è alcuna traccia di originalità ed estro. Per non parlare della cura, che è calata a qualsiasi livello.
Detto questo, proprio grazie a Jack, ho scoperto la collana “Piccoli Mondi“, che ha come scopo quello di riportare in libreria i racconti meno noti (ma comunque bellissimi) di autori celebri: è possibile ritrovare Il fanciullino del Pascoli, Il testamento di Magdalen Blair di Aleister Crowley (che ho letto e recensito qui), ma anche il bellissimo I salici di Algernon H. Blackwood.
La curiosità è una dote eccezionale.
Dai Piccoli Mondi, la mia attenzione è andata sull’editore: le loro attività, gli scopi, i progetti e ne sono rimasta affascinata, estasiata come poche altre volte. Ed eccolo lì, a giugno, l’ultimo progetto: Draculea – Figli delle tenebre, Racconti e documenti di veri o presunti atti di vampirismo, curato da Lorenzo Incarbone. Con i Piccoli Mondi avevo toccato con mano la spaventosa qualità che l’editore mette nei suoi prodotti, ma non mi sarei mai aspettata di vedere altrettanta cura in un lavoro di 368 pagine a grandezza standard. Illustrato, addirittura. In mano, Draculea si presenta come un gioiello: carta ruvida, font dedicato, illustrazioni suggestive e calzanti, non buttate lì alla René Ferretti. Sfogliato prima e letto poi, il testo di Abe si dimostra all’altezza delle aspettative e addirittura, migliore di ciò che ci si aspettava: insomma, non un libricino acquistato per la vuota bellezza, ma uno scritto curato nell’estetica e nella pratica, come si vede di rado.

Draculea è un’antologia che raccoglie documenti reali e racconti folkloristici riguardanti la figura del vampiro e il fenomeno del vampirismo. Come accade nei documentari di Discovery Channel, in questo caso, il testo sviscera l’origine e la natura di una delle creature più spaventose e universalmente diffuse dal punto di vista culturale e lo fa per mezzo di scritti e storie dell’epoca. Lo scopo di Draculea è quello di introdurre un argomento come se il lettore fosse completamente all’oscuro dei fatti: questo obiettivo di ABE, che fa parte della loro linea editoriale e che ritroviamo in altri loro prodotti, è assolutamente apprezzabile.

Il libro è diviso in tre atti: Paradigma, Unicum e Remoto.
Nella prima parte viene presentata la figura classica del vampiro, figlia della letteratura di Bram Stoker, John Polidori e Anne Rice, che però non sono inclusi nel progetto. Dai racconti di Paradigma, che però comprendono Le Fanu (Schalken il Pittore) e di A.H. Blackwood (La curiosa morte di Morton), ne esce fuori il personaggio horror a cui tutti siamo abituati: un animale notturno invincibile o quasi, carnefice della purezza e vittima della sua stessa condizione, affascinante e perennemente alla ricerca.
In Unicum, ovvero insolite forme di vampirismo, come anticipa il titolo, Draculea racconta storie brevissime (alcune davvero di poche pagine) concentrandosi sul vampirismo in generale ed esulando un po’ dalla figura vera e propria del vampiro. Questi, inteso come entità paranormale e non più come essere malvagio fisicamente presente, aleggia nei racconti di questa seconda parte come uno spettro capace di impossessarsi di qualsiasi cosa lo attiri: che sia un quadro, uno specchio, un animale. Infatti, come accade in uno dei racconti più belli, Il vecchio ritratto di Hume Nisbet, il protagonista è un eccentrico pittore che si imbatte nel ritratto di uno spettro assai particolare: scelta deliziosa da parte di Incarbone e ABE, non c’è che dire.
Nell’ultimo atto invece, Remoto, ovvero alcuni vampirismi di terre lontane, sono racchiusi una serie di racconti folkloristici provenienti dalle terre lontane. Infatti, a contrario di ciò che è comune credere, nonostante la figura del vampiro sia accostata spesso alla Romania (causa Vlad Tepes), questa si ritrova praticamente ovunque, anche oltre l’Europa: Draculea comprende scritti provenienti da Russia, Islanda e Giappone.

In conclusione, ai possibili detrattori va detto che si tratta di uno scritto semplice, progettato e realizzato con molta umiltà, che però scava a fondo per mostrare ciò che molti si limitano a tralasciare. Draculea invece si propone con una purezza d’intenti che fa quasi tenerezza, soprattutto quando si guarda altrove, su altri scaffali.
ABE e Incarbone hanno tirato fuori un lavoro superbo, ma vanno avanti a passo spedito verso Follettiana (il secondo appuntamento antologico dell’anno) ed è proprio questo che fa apprezzare ancora di più il loro operato: non solo lasciano parlare i libri, che sono di belli, curati e pregni di contenuto, ma non si perdono in sbrodolature varie. Concreti e di qualità. Ecco, ABE non ha trovato la formula per non perdere. Abe ha trovato la formula per vincere.

Sara C.

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