Riflessioni: Il lato oscuro

C’è un punto di non ritorno nella vita delle persone, quello in cui non ti puoi più permettere il bilico e devi “definirti per quello che sei“.

Dietro il cinismo, l’acidità, ma soprattutto dietro alla maleducazione/arroganza apparente c’è sempre stato un rispetto e una curiosità degni di tempi mai vissuti. Avere il cervello fino, senza falsa modestia, che tanto non piace a nessuno, permette l’ironia e il sarcasmo; anche quello nero, macabro, dissacrante e a volte, fastidioso. Tutto è lecito, anche l’autoironia. Dissacrante e fastidiosa. Talmente tanto da essere confusa col vittimismo.
Ma il sorriso alla cassiera, che si spacca il culo 10 ore al giorno, c’è sempre stato. Come ci sono stati i minuti persi ad ascoltare offerte telefoniche che non interessano, la presentazione imparata a memoria dei vari venditori di folletti, creme, profumi, sgrassatori miracolosi e padelle che non attaccano. C’è sempre stato il “Ha bisogno di una mano?” a chi ha 15 buste e una chiave da imbucare alla prima, altrimenti l’aperitivo se lo fa sul marciapiede. C’è stato il supporto alle donne che non potevano economicamente permettersi di tenere un figlio, così come al disgraziato che chiede l’elemosina perché si trova in un paese straniero e non sa che cazzo fare, prima di mettersi a rubare. C’è stata la comprensione verso chi ha offeso e ferito. C’è stata la curiosità verso chi curiosità non ha avuto. C’è stata la pazienza, finendo come la rana bollita.
C’è sempre stato tutto questo. Dietro l’esuberanza, l’apparente arroganza e il cervello fino.
Nonostante le umiliazioni, le ripicche, le mancanze di rispetto, la libertà lasciata a terzi (ma anche a secondi e pure ai primi) di sfogare i loro bias cognitivi su chi aveva desideri e speranze poco originali: la serenità e come dice quel Fabio Volo tanto odiato, “Un posto nel mondo“.

Dopo molto, tanto, troppo, umanamente comprendo chi getta la spugna e si ritira.
Capisco chi dice che gli animali sono meglio degli uomini (ma perché i cani non parlano, non tradiscono e non feriscono, mica per altro). Comprendo chi è diffidente per davvero e non per finta, come le tante Mary Sue che scrivono sui social “Non mi fido più di niente e di nessuno“.
Io non mi fido. E ne ho motivo. “Ho cicatrici causate da vergate. Ho drammi che sdrammatizzate“.
Per quel poco che si è visto, il mondo mi ha mostrato mostri: “l’inferno è vuoto e i demoni sono qui“. Hanno il mio stesso sangue, i miei stessi pensieri, le mie stesse forme o sono tutti diversi, con provenienza idee e aspetto completamente differente: non conta. Quello che conta, invece, è che più conoscono l’essere umano e più ne sono visceralmente inorridita, disgustata, spaventata.
Mi accartoccio su me stessa nella speranza boriosa di trovare qualcosa di meglio, ma la verità è che gli uomini hanno il maledetto spirito d’adattamento… E allora niente più sorrisi alla cassiera, pazienza con i venditori porta a porta, gentilezza con i centralinisti, speranza con gli uomini e vicinanza con gli esseri umani.
L’uomo è destinato a passare al lato oscuro, prima o poi. E se non ci crede è perché la vita gli sorride o perché si crede così pio da uscire incontaminato dalle radiazioni del brutto, ma ci sta già dentro fino al collo.

In fin dei conti, a me piaceva Jean Grey…
È difficile non sentire niente quando in realtà si sente tutto.

Sara C.

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