Interviste: Elena Galati Giordano – Illustratrice

Inaugurare una nuova sezione è sempre emozionante e complicato al tempo stesso: carica di idee e sentimenti positivi, ma consegna anche una grande responsabilità.
Nel caso delle Interviste, la speranza è quella di scavare dentro l’intervistato e portare alla luce aspetti di lui e del suo lavoro che nessun’altro conosceva prima. Offrire spazio è semplice, perché basta concedere qualche ora di spam e il gioco è fatto, ma arrivare in fondo alle cose, agli argomenti e/o alle persone, invece, è assai difficile. Bisogna volerlo e per volere qualcosa bisogna esserne curiosi: senza curiosità, la vita è niente… figurarsi l’arte.

La prima intervista firmata Art Cafè è dedicata a un Jolly e so che detta così può risultare strano.
La verità è che LEI è ovunque, come un’ape che passa di fiore in fiore e che, invece di togliere, concede, dona, lascia. Notarla è semplice, perché basta seguire la nuvola di gran casino che emette (ma si tratta di scariche d’energia e non di polvere pesante). Guardarla per davvero, invece, è difficile: è operosa, ma nel momento in cui vorresti puntare il dito sulla sua unicità, lei si ritrae e fa la timida.
Adoro queste persone.
Lei è Elena Galati Giordano ed è ospite di Art Cafè in qualità di Illustratrice.

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~ Elena, perché il 15 dicembre 2018 (che poi coincide con il Torino Comics) è una data così importante per te? Cosa accade di speciale?
Ciao Sara, inizio ringraziandoti per avermi ospitato e per le belle parole con cui mi hai descritta.
Il 15 dicembre è una data importante per almeno un paio di motivi: in primis, perché proprio oggi inauguro a tutti gli effetti la mia attività di illustratrice, con la presentazione dei miei bellissimi biglietti da visita.
Il fatto che il lancio della mia attività coincida con il Torino comics poi rende l’evento ancora più speciale, poiché la mia prima apparizione come illustratrice ad una fiera è stata proprio a un’edizione primaverile di questo splendido evento.

~ Ho visto i tuoi biglietti da visita in anteprima e li trovo fenomenali: posso dire di essere rimasta impressionata dal lato realizzato a matita. Cosa rappresenta per te questa immagine?
Grazie di cuore.
Ho pensato e ripensato a quale dovesse essere l’immagine che volevo mi rappresentasse sul biglietto da visita e alla fine, come spesso accade, quando ho smesso di cercare il disegno giusto, questo è arrivato da me…
Stavo bozzettando a matita sul mio blocco degli schizzi e sono stata folgorata da un’illuminazione.
L’immagine è volutamente finita a metà: rappresenta il processo creativo e mostra i vari step che dal bozzetto preliminare portano alla tavola definitiva.

~ Parlami di ElenArt e di cosa ti proponi di diventare, di essere “da grande”.
Che bella domanda
Cosa voglio fare da grande? Creare, a tutto tondo.
L’arte ha mille sfumature, ed ElenArt comprenderà tutte quelle che fino ad ora sono riuscita ad immagazzinare.
Partendo dal disegno tradizionale a matita o a carboncino, passando per la pittura ad acrilico fino al digital painting, facendo un salto anche nella fotografia e la scultura.
Elena da grande vorrebbe essere libera di continuare a giocare lavorando.

~ Liceo artistico, Accademia delle Belle Arti, Università, MakeUp Artist, Vetrinista: la tua vita è girata intorno all’immagine per anni.
Perché uscire allo scoperto oggi e non prima?
Perché ogni cosa accade nel momento giusto.
Una volta terminata l’accademia, ho messo le matite nel cassetto e non le ho più toccate per ben 12 anni. Ero bloccata, non riuscivo nemmeno a pensare di disegnare e onestamente credevo di aver completamente perso la mano. Ma il destino ha deciso di mettere sulla mia strada un libro, che una volta terminato ha risvegliato in me la necessità di lasciare che la matita, anzi no, la biro, riversasse su un foglio bianco le mie emozioni.
Oramai sono passati diversi mesi da quella bozza a biro, che è divenuta poi un quadro e che ha avuto il merito di farmi ritrovare la passione e l’amore per il disegno. Con il passare del tempo (e spesso punzecchiata da persone a me vicine che hanno creduto nelle mie capacità più di quanto potessi fare io), sono arrivata lentamente a comprendere che era il momento di buttarmi e tornare a inseguire il mio sogno.

~ Ho avuto il piacere d’incontrarti e per sei ore hai tenuto la macchina fotografica appesa al collo, pronta a colpire in qualsiasi momento (soprattutto quelli più imbarazzanti e intimi).
Come nasce la passione per la fotografia? Cosa ti piace di questo tipo d’arte?
La fotografia è una passione che è nata durante il liceo.
La macchina fotografica è per me un occhio in più per cogliere la realtà, per osservare e per leggere le emozioni. Le fotografie hanno la capacità di catturare istanti e renderli eterni.
Amo fotografare le persone e non mi preoccupo particolarmente di avere scatti perfetti, preferisco gli scatti rubati, imperfetti ma veri, che raccontino una storia, trasmettano un’emozione.

~ Ti definisci “lettrice onnivora” e lo sei da molto, molto tempo. Perché ami leggere e cosa ti lascia di solito?
Amo leggere perché sono una sognatrice.
Leggere mi permette di vivere mille vite diverse ed emozioni che magari nella vita reale non avrò mai la possibilità di vivere.
Leggere mi arricchisce, sempre! Ogni storia, indipendentemente dal genere può insegnare qualcosa, basta saperla cogliere e farne tesoro.

~ C’è un libro che ti ha cambiato la vita? Se sì, quale e perché?
Ebbene si! Ci sono diversi libri che hanno contribuito alla mia crescita e che in un modo o nell’altro mi hanno cambiato, ma uno solo ha rappresentato la vera svolta, il libro di cui ti ho parlato nelle domande precedenti, ed è Waiting di Daniel Di Benedetto.
Perché? Beh per tanti motivi in realtà:
1) io sono una persona molto dinamica, energica e caotica. Una persona che si prende tutto quello che vuole e che vuole tutto subito. Waiting mi ha aiutato a comprendere che spesso attendere è necessario, utile e soprattutto piacevole, questo mi ha portato ad avere una percezione differente della mia vita e del tempo.
2) nonostante sia una persona che agisce spesso di pancia, senza pensare, tendo sempre a sedare il mio istinto per evitare di fare del male al prossimo, spesso a discapito di me stessa. La lettura di Waiting mi ha fatto capire che a volte è meglio seguire il cuore, senza farsi remore, che non bisogna aver paura di esprimere i propri sentimenti o di apparire deboli mostrando proprie fragilità.
“Quante cose cambiano nell’arco di un solo istante”. Questa frase contenuta all’interno del libro e che presto sarà impressa in modo indelebile sulla mia pelle, mi ha fatto comprendere che nella vita bisogna far tutto il necessario per non avere mai rimpianti.
3) Waiting, ha scatenato emozioni tanto forti in me, da portarmi a sentire la necessità di esternare, quindi di riprendere tra le dita le matite e di conseguenza, risvegliare il mio Iato artistico. Insomma, se non avessi letto Waiting, oggi non sarei qui al Torino Comics a fare quello che amo e ad inaugurare la mia attività di illustratrice.

~ La passione per la lettura ti porta alle recensioni sul blog Sogni di Carta e altre storie, gestito insieme alla collega Letizia Rossi.
Perché diventare anche una blogger, ti diverti a fare tutto?

Seriamente, un blog letterario curato e aggiornato dà prova di un forte amore per i libri, ma porta via tante energie.
Da dove nasce la necessità di fondare uno spazio tutto tuo? Io amo mettermi alla prova e sono costantemente alla ricerca di nuovi stimoli, non so stare con le mani in mano, ho necessità di liberare energie e di essere perennemente impegnata.
La necessità di fondare uno spazio tutto mio è nata quasi per caso. Recensivo per un blog molto famoso e che per me era quasi una famiglia, ma io sono una randagia, uno spirito libero e avevo voglia di avere un posto dove poter fare le cose a modo mio, a briglia sciolta, scegliendo ogni cosa solo seguendo la passione.

~ Sono stata temporaneamente una tua collaboratrice ai tempi di “Trust Lo Zio” e so che lavorare con te è come essere risucchiati da un vortice d’energia.
Come ti trovi a collaborare con Letizia Rossi e come vivi il lavoro in team?
Mi piacerebbe fare a Letizia la stessa domanda: come ti trovi a lavorare con una testa matta come Elena?
Scherzi a parte, amo lavorare con lei. L’ho scelta a pelle e non mi pento assolutamente di aver seguito il mio istinto. Lei mi capisce al volo, quasi sempre non devo nemmeno darle spiegazioni. Capita che le mandi messaggi a orari assurdi con scritto solo “Mi è venuta un’idea” e che lei risponda semplicemente “Ci sto”. È la mia anima affine, tiene testa al mio entusiasmo e mi contagia con il suo, compensa le mie mancanze ed è una fonte inesauribile di stimoli. Sogni di Carta e altre storie l’ho voluto con tutta me stessa, ma senza di lei non sarebbe la stessa cosa.
Amo lavorare in team, perché ognuno di noi ha inclinazioni, doti e talenti diversi e dalle collaborazioni tutti possono trarre arricchimento.

~ Conoscendoti privatamente, posso dire di te che sei un’ottima conciliatrice. Tendi a non dare mai niente per scontato, sei piena di speranza, ti imponi di non vedere il male e sei totalmente positiva: in una storia, tu saresti il personaggio buono (e caciarone).
È questa integrità morale che ti fa amare dagli altri: quante volte il lato buono è stato un ostacolo o dannoso per te?
Uh mamma saura, ma parli sul serio di me?

No, non sono così buona come sembra, sono un pozzo senza fondo di zone d’ombra, ma posso dire che sono sincera in tutto quello che faccio e dico e che sono fermamente convinta che dietro ad ogni corazza si nasconda una persona con un cuore che non bisogna mai ferire. Non possiamo mai sapere quale sia il trascorso di chi abbiamo di fronte e non dobbiamo mai giudicare le scelte degli altri, perché nessuno è perfetto e non si sa mai cosa potrebbe capitare a noi nella vita.
Ho subito i giudizi basati sull’apparenza e li subisco ancora, so cosa si prova e non voglio che altri lo vivano, anche per questo tendo ad essere molto protettiva con le persone che amo. Il mio lato buono mi è costato molto, ho la tendenza a vedere il buono in tutti, ma purtroppo non tutti lo sono e quando me ne rendo conto di solito è troppo tardi e ho già messo in gioco il 100% (spesso anche di più) di me stessa.
Non ti nego che quando capita e ci sbatto il muso soffro molto e che l’ultima batosta che ho preso, oramai otto mesi fa, ancora brucia, ma ho al mio fianco persone speciali, inconsapevoli angeli custodi che mi hanno aiutato a non farmi condizionare dagli eventi e mi hanno fatto continuare a credere che il buono esiste e che da un sorriso regalato nascono altri mille sorrisi.

EXTRA.
~ Siamo accerchiati da aspiranti autori e considerando che le arti le hai toccate ormai tutte, mi sono sempre chiesta: Elena Galati Giordano ha qualche scritto nel cassetto?
Perfida questa! Elena Galati Giordano, ha scritto tantissime poesie e scrive quotidianamente, ma non penso nessuno avrà mai il dispiacere di leggermi.

~ Dicono che le amicizie più sincere sono quelle nate tra persone a cui piacciono gli stessi libri.
Capovolgiamo e stravolgiamo l’affermazione: l’amicizia ti ha mai impedito di esprimere opinioni negative nei confronti del lavoro di un autore o professionista a te caro? Come gestisci i pareri negativi quando svesti gli abiti della lettrice e infili quelli della blogger?

Le amicizie più sincere sono quelle sincere, alla luce di questo ti dico che no, non mi sono mai impedita di dare giudizi negativi agli scritti di amici o professionisti a me cari. La sincerità è necessaria per la crescita dell’autore. Una recensione negativa deve essere critica e costruttiva ma.sincera.
Non stronco mai un romanzo, perché dietro quelle pagine ci sono i sentimenti di un essere umano, ma do il mio parere onesto cercando di fornire quanto più materiale possibile perché la mia recensione diventi un aiuto per l’autore.

*

Alcuni la chiamano “Wonder Woman”, perché Elena da sempre il massimo, ma dietro la maschera nasconde un mondo speciale, tutto suo, che è ben lontano dal concetto di supereroe. Personalmente, ai supereroi preferisco i super esseri umani, a cui non serve nascondere le fragilità dietro un’armatura che finirà per scalfirsi e diventare il simbolo di una forza che hanno tutti, ma che poco sbandierano dietro un logo pacchiano. Le persone comuni sono consapevoli dei loro limiti e si impegnano ogni giorno per spostarli un passo più in là.
Oggi, io ho assisto al gettare la maschera da parte di Elena, al superamento dei vecchi limiti e alla nascita di altri e tutto ciò mi convince ancora di più del suo essere “Ape”: una donna forte, dinamica, operosa, positiva e consapevole delle proprie fragilità, che non le nasconde o soffoca, ma che le ripone e le dedica a chi sa comprenderle fino in fondo.
Grazie Elena: io e Art Cafè ti auguriamo tanta fortuna e tanti successi.

Sara C.

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