Libri: Pensieri di un poeta mediocre, di Gerry Di Lorenzo

Oggi e in Italia, scrivere poesie rappresenta una scelta azzardata. C’è un pubblico vivo che sospira tra gli scaffali delle librerie e uno che sorride timidamente quando si ritrova nei versi che scorrono su Facebook.
Facebook, forse è questo il punto. Parlare di poesia, senza citare il noto social network, è assai difficile: gli aspiranti poeti moderni appuntano i pensieri che poi riverseranno in qualche pagina a loro dedicata, il tutto senza passare dalla carta. È la legge di mercato a volerli così, veloci e scarni, perché i like sono più immediati di una buona recensione e una condivisione silenziosa fa molto più rumore di uno scontrino battuto.
La poesia tira, ma non su cartaceo e/o ebook; ecco perché si apprezza doppiamente il lavoro di un poeta che raccatta pensieri sparsi e li raccoglie in un volume da presentare al lettore – pagante, sperando nella sua empatia. Infatti, la poesia è confessione, “ammissione di personalità”, presa di posizione su milioni di temi e dopo, solo in seconda battuta, spunto di riflessione per chi legge. Tramite i versi, il poeta afferma il proprio essere ed è in quello, in primo luogo, che il lettore deve imparare a calarsi: vestire i panni dell’altro, ragionare come lui, provare nella sua stessa maniera. Perché la poesia senza empatia è solo un lancio di sentimenti comuni nel vuoto: prima o poi, qualcuno li raccoglierà.

Nota a margine. Ricordiamoci che la recensione è uno strumento importante, perché aiuta il possibile acquirente a farsi un’idea riguardante il prodotto: infatti, una buona recensione può dissuadere o invogliare all’acquisto.
Il destinatario prima di qualsiasi recensione è colui che spende (soldi e/o tempo), ossia il lettore, lo spettatore o chiunque altro si avvalga di giudizi terzi per saperne di più.

Autore: Gerry di Lorenzo
Titolo: Pensieri di un poeta mediocre
Editore: Gruppo Albatros Il Filo

Per i maniaci dell’ordine, leggere dev’essere diventato una tribolazione, soprattutto di questi tempi. Sfogliare le nuove uscite significa imbattersi in romanzi scritti come poesie, dove ogni periodo (spesso breve) corrisponde a un’ipotetica citazione da biscotto della fortuna o Bacio Perugina; al contrario, leggere poesie può diventare un susseguirsi di subordinate accozzate tra loro, più simili a un monologo che a versi lirici.
In questo senso, Gerry Di Lorenzo, l’autore di “Pensieri di un poeta mediocre”, è un misto tra nuova e vecchia scuola. I suoi scritti mantengono le caratteristiche classiche della poesia, come il rispetto della metrica, il ritmo e il simbolismo, ma queste vengono arricchite da un linguaggio semplice, spiccio e che i giovani d’oggi chiamerebbero “easy”. Il lavoro è immediato, di facile comprensione e i riferimenti simbolici più arditi sono accessibili entro due letture, che spesso servono più per apprezzare la totalità dello scritto che per tradurre in prosa il significato espresso in versi.
Parlando di tecnicismi, la metrica è quasi sempre personale, ma allo stesso tempo frutto di una logica visiva e musicale comprensibile e gradevole al lettore: infatti, i testi sono piacevoli alla vista e all’udito, perché curati sia nella struttura fisica che nella musicalità del componimento stesso. Se si analizza una delle prime poesie, “Alibiperfetto”, la ritmicità e la ripetizione di alcune parole chiave creano una sorta di nenia che ricorda i primi testi degli Articolo 31, quando la penna di J-Ax scriveva perle come “Tranqi Funky”.
In chiave ermetica, l’autore affronta diversi temi importanti, primo fra tutti l’amore, sia in generale che per una donna che torna ciclicamente in più testi: di questi, uno dei più intensi è “Sarà vita”, che corrisponde a un rombante insieme di promesse e speranze per il futuro. La più commovente, “Dolce airone” è un lamento toccante e dignitoso che dipinge l’animale come essere alla ricerca di lidi migliori e inconsapevole dell’importanza, della sincerità e dell’amore che si sta lasciando alle spalle. Il passo “Manchi tu|con le tue parole.| Perché non mi guardi più? |Fissami ancora un po’| perché ho bisogno di calore anch’io” è struggente e se il lettore possiede esperienze a cui rimandare il ricordo, la poesia diventa un vero e proprio strazio dell’animo: tirare fuori emozioni, seppur negative, è sempre positivo e qui, l’autore ha centrato il punto.
Stupisce il trovare delle poesie che si interrogano sul Credo, ma il progetto è audace e personale a sufficienza.
Ho trovato sui generis l’utilizzo della punteggiatura, sia a livello grammaticale che concettuale. A volte, ci si imbatte in punti esclamativi ripetuti per rafforzare il senso delle frasi, ma questo stona un po’ con l’idea di testo poetico. I punti di sospensione non sono quasi mai in gruppi da tre e si protraggono per uno spazio visivamente disturbante, ma che credo sia una chiara volontà dell’autore e quindi, rispettabile in poesia.

In conclusione, “Pensieri di un poeta mediocre” è un esperimento coraggioso con un grande margine di miglioramento, che spezza la routine di racconti e romanzi (stand alone o saghe) che invadono il mercato. L’autore è intenso e profondo quanto basta per continuare un processo evolutivo tutto in salita, come per ogni altra esperienza di vita, ma il piglio con il quale ha gestito il progetto suggerisce la determinazione di chi si approccia a questo mondo con estrema umiltà e tanta voglia di crescere.

Sara C. per Sogni di Carta e altre storie

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