Libri: Le Cronache di Tharamys – I Razziatori Di Etsiqaar, Andrea Venturo

“Le Cronache di Tharamys” di Andrea Venturo è un progetto a metà strada tra una raccolta di racconti e una di romanzi brevi.
La prima storia autoconclusiva, “Il Torto”, tratta del misterioso mago Flantius Mijosot e di ciò che accade ben quattrocento anni dopo al piccolo Conrad, bambino di soli undici anni che deve vedersela con una banda di ladri di torte. La verità si intreccia presto con la scomparsa del maestro Mijosot (detto Colle Ondoso) e Conrad, appellandosi al proprio coraggio, scoprirà molto più di ciò che appare in superficie.

Nota a margine. Ricordiamoci che la recensione è uno strumento importante, perché aiuta il possibile acquirente a farsi un’idea riguardante il prodotto: infatti, una buona recensione può dissuadere o invogliare all’acquisto.
Il destinatario prima di qualsiasi recensione è colui che spende (soldi e/o tempo), ossia il lettore, lo spettatore o chiunque altro si avvalga di giudizi terzi per saperne di più.

Autore: Andrea Venturo
Titolo: I razziatori di Etsiqaar
Editore: Self Publishing

Per alcuni, certi libri raccontano storie che vanno al di là della trama e questo c’entra ben poco con la morale nascosta dietro gli eventi narrati. Si tratta di un odore acre e stagnante allo stesso tempo, paragonabile a quello di sudore e polvere mischiati insieme. Pagina dopo pagina, il lettore percepisce la fatica e l’impegno dell’autore, che involontariamente lascia le tracce del proprio sforzo, della passione e di quello “studio matto e disperatissimo” di cui parlava spesso Giacomo Leopardi, riferendosi al proprio periodo di formazione.

Come l’autore de “L’Infinito”, anche Andrea Venturo è abituato a lavorare sodo e studiare tanto. Lui, uno che va per montagne, conosce bene la fatica della salita e l’attenzione che serve per la discesa. È proprio questo spirito caparbio e tenace a rispecchiarsi nella scrittura, dove ogni parola trasuda impegno e pignoleria e i capitoli sembrano muri di roccia solida costruiti nel tempo, con massima ispirazione e concentrazione.
L’autore de “Le Cronache di Tharamys”, prima ne “Il Torto” e ora nel seguito “I Razziatori di Etsiqaar”, ci mostra un’ambientazione curata nei minimi dettagli, arricchita da mappe, legende e approfondimenti inseriti tra le note e/o scaricabili dal sito dedicato, dimostrando come ogni regola e ogni anfratto della regione siano assai chiari nella mente di colui che racconta. L’accurato world-building è uno dei punti di forza della saga, perché ogni high fantasy che si rispetti fa affidamento su una realtà circostante ben definita e coerente. La pignoleria dello scrittore ha creato una base solida sulla quale edificare le avventure (auto conclusive) del protagonista, Conrad, un ragazzino di dodici anni curioso, onesto e un po’ incauto, che ne “I Razziatori di Etsiqaar” se la vede con dei barbari che commerciano schiavi. Insomma, come se i ladri incrociati ne “Il Torto” non fossero bastati…
Altro punto a favore è la fluidità dello scritto, che si avvale di un linguaggio semplice e lineare e che rigetta i termini aulici e raffinati con cui si imbottiscono i racconti fantasy oggi: tanto per capirci, quelli che strizzano l’occhio a un passato mai veramente passato. Per quanto sia ormai comune scrivere di magia, incantesimi, razze e vicende fantastiche, un’ambientazione diversa dalla realtà necessita di un vocabolario semplice, soprattutto quand’è così articolata.
A confronto con “Il Torto”, “I Razziatori di Etsiqaar” appare più profondo e corale, indicando una maturazione tecnica, ma anche e soprattutto mentale da parte dell’autore, che si ritrova a gestire diversi personaggi dal potenziale enorme: lo spirito Qar, che si trova intrappolato nel bastone di Conrad, e Ivilas Comelys, elfa taciturna e intelligente come pochi.

Nonostante il testo scorra in maniera fluida, la narrazione al presente non aiuta il lettore a immergersi e stare a proprio agio nella storia. Un po’ come accade per l’uso della prima persona, la scelta del tempo è sempre un’arma a doppio taglio, che sorprenderà alcuni e scontenterà gli altri: il passato e la terza persona donano al fantasy quell’epicità che il genere chiede a gran voce e forse, è proprio questo a stonare durante la lettura de “I Razziatori di Etsiqaar”. La scelta fatta dall’autore può essere giustificata dalla ricerca di immediatezza e magari può riuscirci per altri generi, ma nel fantasy risulta un po’ troppo azzardato per far sì che passi inosservato (o per agevolare la lettura).
Altro particolare che genera qualche perplessità sono i richiami mascherati, che a volte si presentano sotto forma di citazioni velate (“Tre parole sono troppe e due troppo poche” somigliante al celebre “Una parola è troppa e due troppo poche” di nonno Libero della serie tv “Un medico in famiglia”) e altre volte sono del tutto semi-dirette (cercate il significato dell’esclamazione “Ohlimor”). Tutto ciò indica la propensione dell’autore a giocare con le parole e con tutto lo scritto, come se in alcuni punti volesse prendersi meno sul serio e alleggerire la serietà che di solito è propria del fantasy più puro.

“Le Cronache di Tharamys – I Razziatori di Etsiqaar” è un libro con un’impronta personale e dai bordi già definiti: si capisce subito che non si tratta dell’opera prima di chi si è appena avvicinato alla scrittura.
La fantasia e la voglia di raccontare ci sono tutte e il testo presenta dei punti di forza che sono usciti rafforzati dall’esperienza de “Il Torto”.
Come tutti, anche lo scritto di Andrea Venturo presenta delle imperfezioni, dei margini di miglioramento, ma la base è solida e l’autore tenace: uno che preferisce il banco alla cattedra, per capirci meglio.

Sara C. per Sogni di Carta e altre storie

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